Struttura del giuramento (Structure of the Oath)

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Chiunque voglia dedicarsi allo studio della storia di Pisa duecentesca e in particolare della popolazione, dal punto di vista dell'articolazione in ceti, della distribuzione nell'ambito urbano, della suddivisione nelle varie attività lavorative, deve utilizzare necessariamente le carte contenenti il giuramento dei Pisani alla pace con Siena, Pistoia e Poggibonsi del 1228, conservate entro il registro del Caleffo Vecchio dell'Archivio di Stato di Siena. A quella data gli abitanti della città giurarono i capitoli di una alleanza antifiorentina conservata anch'essa nel Caleffo e stipulata, per quanto riguarda Pisa, dal podestà Ubaldo Visconti [1]. Tra gli accordi presi, che prevedevano il mutuo soccorso in caso di attacco fiorentino, vi è degli stessi da parte di ogni membro delle comunità alleate compreso tra i venti e i settant'anni. [2] Delle tre liste di nominativi che dovevano legittimare la pace, Siena sembra averne conservata solo una, quella della popolazione pisana.

Si tratta di un elenco preciso e ordinato di 4300 nominativi divisi in 82 gruppi, di cui 78 sono relativi alle cappelle cittadine, che a Pisa erano a quella data circoscrizione civile e religiosa insieme. Dei rimanenti, il primo, posto proprio all'inizio del documento, elenca probabilmente i rappresentanti del governo comunale; il secondo, in ottava posizione, comprende il gruppo dei mercatores; il terzo si trova al penultimo posto ed elenca i capitanei ecclesiarum, ovvero i capitani delle cappelle; l'ultimo gruppo, che chiude l'intero giuramento, esprime i maiores civitatis. [3]. Tutti i personaggi sono di sesso maschile e sono indicati dal nome proprio spesso seguito dal patronimico, dal cognome o soprannome, oppure dalla professione esercitata. [4] Le 78 cappelle sono elencate seguendo un ordine topografico preciso, da sud a nord e poi di nuovo a sud in senso orario: le prime 9 coprono la metà occidentale del quartiere di Chinzica, posto a meridione dell'Arno; seguono tutte le parrocchie settentrionali dei quartieri di Ponte, Mezzo e Foriporta; concludono l'elenco le rimanenti cappelle della metà orientale di Chinzica.[5] Ogni lista è preceduta dall'indicazione del nome della cappella di appartenenza tramite la formula "de populo Sancti etc." o "de Sancto etc.". I nomi dei quartieri non sono espressi nel documento salvo nel caso del quartiere di Mezzo[6], ma i gruppi dei nominativi sono evidentemente organizzati sulla base di un criterio topografico che mette in relazione gerarchica quartieri e cappelle.

Notes

  1. C.V., I, n. 254, pp. 360-365.
  2. (Ivi, p. 364: Et unaqueque comunitas huius societatis iurabit, et iurabunt singuli presentes a viginti annis usque septuaginta de comunitate illa.
  3. Per ognuno di questi gruppi saranno fatte le debite considerazioni
  4. L'edizione integrale del documento é in Appendice 1.
  5. Si veda la tavola 1. Sulle suddivisioni amministrative di Pisa, si rimanda al cap. 3, par. 3.3.2.
  6. Le cappelle di questo quartiere sono infatti precedute dalla dicitura de quarterio Medio (Appendice 1, gruppo 40º)


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